28 agosto 2006

TARTY. Manuale di sopravvivenza per campeggiatori con felino al seguito

Umilmente vi offro i frutti di due mesi di esperienza…
Premesse. Il gatto: la mia cucciola è una nuova arrivata, è il primo gatto della famiglia e nel periodo di tempo trascorso in campeggio aveva tra i due e tre mesi e mezzo, quindi in pieno exploit fisico e carica di energie per giocare appena possibile. Mix letale! ;) Il posto: un camping ricco di alberi, frequentato da campeggiatori con cani al seguito e da gatti randagi. La casa: due roulotte disposte a L che affacciano su un’unica veranda.

Le basi. Tarty ha dovuto essere vaccinata perché il rischio di contatto con gatti randagi o con i loro bisognini era piuttosto alto. Non ho mai creduto che si sarebbe azzuffata, ma ho trovato spruzzi di pipì in giro (addirittura nella veranda), quindi il contatto con altri gatti era una realtà più che una possibilità. È sotto copertura antiparassitaria e la pettino appena posso per monitorare zecche, pulci o pidocchi, e fino ad ora ha funzionato bene. Quando era molto piccola le ho insegnato ad indossare una pettorina (modificata: cliccate per la spiegazione), e poi ad essere legata al guinzaglio lungo. Abbiamo acquistato un trasportino e portato con noi tutto il necessario per lei, non serve certo che ve lo illustri. :)
Il pronto soccorso. Quello base… antistaminico, disinfettante, bendaggi, termometro, ammoniaca, pinzette… più o meno le cose che portiamo anche per noi. In più, stronghold, olio per pulire le orecchie, camomilla per gli occhi; voi saprete come regolarvi.

Cosa Tarty mi ha insegnato.
Tana. È stato molto importante aver tenuto quasi confinato il gatto in una delle roulotte, a lei destinata, per il periodo iniziale. I primi giorni usciva raramente, quando andavamo a mare la chiudevamo dentro con le sue cose perché non ci fidavamo a lasciarla sola e “libera” (soprattutto temevamo gatti randagi e cani vaganti). La nostra scelta si è dimostrata valida: ogni qual volta Tarty si è spaventata o ha solo avuto voglia di protezione, è corsa a nascondersi nella roulotte. Temevamo qualche fuga, ma non sembra interessata a varcare i confini dello “spazio conosciuto” (ho impedito a mia madre di farla familiarizzare troppo con l’esterno della piazzola… lei ha la mania di portare Tarty a passeggio) e, cosa più importante, in casi di panico l’istinto non è alla fuga ma al rifugiarsi in quella che credo consideri ormai la sua tana. Nella conca formata dalla L è presente il suo necessaire: ciotole, lettiera (a debita distanza) e trasportino-cuccia. In questo modo non è mai costretta ad allontanarsi dal “suo” spazio, un’assicurazione in più che non fugga istintivamente dalla parte sbagliata.
Impedire l’allontanamento. Per quanto riguarda la possibilità di movimento, il lungo guinzaglio che le abbiamo preparato non è un grave impedimento; è un compromesso accettabile per consentirle di fare del moto senza rischiare che si allontani e smarrisca la via di casa. Se potete, vi suggerisco di legare il gatto in un posto privo di ostacoli: Tarty è molto, molto brava a formare incredibili grovigli di corda intorno alle gambe dei tavoli ma, nonostante i numerosi moschettoni (foto) che utilizziamo per poter staccare e riagganciare facilmente la pettorina, è davvero snervante doverla liberare mentre cerca di mordicchiare dita, funi e quant’altro. Lungi dal fargliene una colpa, è solo un dato di fatto e una necessità ineliminabile. :( Tra l’altro c’è sempre il rischio che, ingarbugliandosi e saltando giù da tavoli o sedie, resti appesa alla corda divenuta troppo corta: la pettorina agganciata al petto scongiura il rischio di strozzarsi, ma non deve certo essere piacevole restare così!
Gioco e moto. Palline, pietruzze, pupazzetti, cordicelle pendenti, arti umani, tutto funge al gioco per un gattino adolescente. :) La voglia di giocare di Tarty si è riaccesa non appena si è abituata al nuovo territorio, e ora reclama con insistenza le sue due ore quotidiane. Solitamente non è necessario liberarla dal guinzaglio per farla giocare, sebbene questo significhi dover ogni tanto sbrogliare la corda da sedie e tavoli; molto spesso gioca da sola, inseguendo palline o insetti, facendo rotolare le foglie cadute dagli alberi o tendendo agguati agli umani di passaggio. Tuttavia ogni sera mi chiudo con lei in roulotte, la libero dal guinzaglio lasciando solo la pettorina (o addirittura le tolgo anche quella) e si da il via alle danze. Consapevole e felice di essere libera, Tarty schizza qua e là come un meteorite, saltando, sbattendo, nascondendosi, inseguendo, afferrando e poi ricadendo felice a terra. Si arrampica dovunque, cade, risale e penso sempre che si romperà la testa, ma non succede mai. :) Parte all’attacco e mi morde, graffia, insegue o “agguata” fino a sfinirmi. Dopodiché, perde letteralmente i sensi da qualche parte, senza più neanche le forze per la toeletta serale. Credo che questo le serva a scaricare le energie represse ed è bellissimo vederla riacquistare la sua libertà e verve felina al semplice scattare di un moschettone. Oltretutto garantisce a noi umani un sonno che duri almeno fino all’alba: in caso contrario, passa tutta la notte leccandoci per svegliarci e giocare con lei…
Piante, insetti e prede in generale. Attenti alle piante velenose: nella mia piazzola ci sono degli oleandri e la famiglia ha istruzioni precise che Tarty non si avvicini mai a loro (occhio anche alle foglie trasportate dal vento). Più difficile è tenerla lontana dagli insetti: dopo aver quasi ucciso un’ape, una vespa e un vespino, aver fatto fuori uno scarafaggio e aver divorato un moscone, l’ambiziosa cuccioletta è passata a prede più consistenti: lucertole, ranocchiette di passaggio e i cardellini del vicino. O.O Fino ad ora non è riuscita a prendere nessuno di loro e l’attrazione per gli insetti cresce. Non ho idea di come fare per impedirglielo, tutto quello che posso consigliarvi è di avere sempre con voi un antistaminico, il numero di telefono del veterinario, e tenere gli occhi bene aperti: appena la vedo nel tipico atteggiamento del predatore che colpisce la preda corro a controllare di che si tratti. Se è qualcosa di pericoloso la tiro via senza indugi! Mio zio mi racconta che ai gloriosi tempi del suo pastore tedesco Buck lo portava in passeggiata munito di una cannola di plastica, del tipo che si attacca alle fontanelle (foto): in caso avesse inghiottito un’ape o fosse stato punto alla gola, non avrebbe esitato ad intubarlo O.O per non farlo morire soffocato. Non so se mi sentirei di fare qualcosa del genere, ma è un’eventualità da tenere in conto, temo. Parlatene col veterinario, magari!
Alberi. Tarty ha cominciato usandoli per farsi le unghie, poi ha proseguito con qualche saltello alla base, adesso sta per diventare alpinista: la ruvida corteccia degli eucalipti e la lieve pendenza offerta dai nostri esemplari costituiscono quanto di meglio un gatto possa desiderare per arrampicarsi. Finché si limita ad aggrapparsi ad un’altezza di un metro e mezzo o poco più, riesce a scendere agevolmente; ma in caso arrivi più in alto, è necessario andarla a prendere: entra nel panico e resta lì non sapendo come muoversi. Il suggerimento, pertanto, è di tenere la corda a una lunghezza tale da permettere al gatto di arrampicarsi solo fino ad un’altezza non rischiosa; la fissa arboricola dovrebbe così essere superata facilmente.
Finestre. Le prime volte dormivamo con Tarty libera e le finestre aperte, schermate dalle zanzariere. Tuttavia ben presto lei ha iniziato ad accanirsi contro una di esse, particolarmente debole, che puntualmente si staccava dalla base. Dopo essermi svegliata un paio di volte con la zanzariera scostata e la piccola appesa alla mia finestra, intenta ad ammirare il paesaggio e pronta forse a saltar giù, mi sono rassegnata a dormire col portellone chiuso… attenti anche a questo, quindi: una fuga notturna e una caccia al gatto armati di torcia elettrica non è nella mia lista delle esperienze da provare, non so voi. :)
Proteggersi. Una delle maggiori difficoltà nella gestione della “faccenda Tarty” l’abbiamo riscontrata nell’evitarle incontri pericolosi. Oltre ai numerosi gatti randagi presenti nel campeggio, che solitamente comunque hanno troppa paura di lei per avvicinarsi, vi sono molti cani padronali che purtroppo, spesso, vengono lasciati allo stato semibrado dai padroni. Inutile dire che la faccia di bronzo che mostrano facendo i bisogni dovunque sembri loro comodo, avvicinandosi, annusando e così via non faceva presagire nulla di buono in un eventuale teté-a-teté con la mia gatta (senza contare il rischio di trasmissione di malattie vrie). Per evitare situazioni spiacevoli, abbiamo dovuto recintare la piazzola lasciando solo due aperture per il nostro passaggio: questo non vuol dire sicurezza totale, ma almeno possiamo controllare gli accessi e infatti fino ad ora non è successo nulla di male.
Odori. Tarty per adesso non può mangiare carne o pesce, per ordine del veterinario; ma lei non sembra capire il significato dell’autorità medica… anche a casa, se si cucinano questi alimenti, miagola con insistenza a coda ritta tentando di elemosinare gli avanzi (e ovviamente ci riesce). In campeggio c’è un problema in più: tutte le sere c’è qualcuno che cucina carne o pesce alla brace, lei sente l’odore e fa la pazza… siate consapevoli che, non importa se il vostro gatto sia o meno sazio, non appena sentirà l‘odore di un cibo così appetibile avrà di nuovo fame. Preparatevi all’eventualità che vi capiti una scena simile! Di solito in questi casi le allungo un pezzetto di wrustel o di prosciutto o di carne conservata dall’ultima grigliata, e lei si calma… mentre io continuo a maledire i miei vicini cadaveriani. >_<
Vermi.
Dato che non è possibile impedire al micio di entrare in contatto col terreno se ve lo portate in campeggio, e magari non avete nelle immediate vicinanze la farmacia, conviene tenere con voi un prodotto per sverminarlo nel caso vi accorgiate che il guaio è stato fatto...
Solitudine. Se è vero che abbiamo sempre tentato di non lasciare sola la micia, purtroppo è capitato che uscissimo tutti e dovessimo lasciarla alla tenda. Nel caso non siate accuratamente recintati, il consiglio è di chiudere il gatto in una roulotte per evitare che in vostra assenza cani, gatti o umani malintenzionati infastidiscano il vostro amico. Potrebbe semplicemente capitare che un bambino di passaggio voglia accarezzare il cucciolo o giocarci e inavvertitamente gli faccia del male, o al contrario questi, disturbato, lo ferisca mettendovi nei guai! Meglio prevenire che curare: una roulotte è un luogo di fiaba per un gatto, che non soffrirà avendo a disposizione le proprie cose, e godendo di una larga possibilità di movimento. Starete entrambi più tranquilli. :)
Invisibilità. Tutti noi, me compresa, continuavamo a inciampare nel filo del gatto, specie di sera, col rischio di prendere brutte cadute. Una volta addirittura mamma ha calpestato la piccola, che essendo di mantello scuro era diventata invisibile! Premunitevi: io l'anno prossimo mi procurerò qualcosa come del nastro adesivo catarifrangente, e possibilmente anche qualcosa di fluorescente, che brilli nel buio; taglierò dei pezzetti e li incollerò sul filo in modo che non diventi più una trappola per noi, né tantomeno un pericolo per il gatto! Magari incollerò o cucirò qualche pezzettino anche alla pettorina: me la immagino già col suo giubbottino luminescente a terrorizzarci tutti nella notte scura...
Viaggi.
Tarty detesta l'automobile. Forse è la puzza, o il movimento, non lo fa in treno, né quando la porto alla stazione a piedi, ma in auto piange e grida come se la stesser otorturando. Non trova pace, si agita, cerca di uscire, quando esce cerca di camminare e quando cammina di arrampicarsi su mio padre che guida. =.=
C'è una sola soluzione: 7-8 ore prima del viaggio, bisogna svegliarla e impedirle con ogni mezzo di riaddormentarsi. Lo so, è sleale, ma è l'unico modo per sperare che, dopo 15 minuti di grida selvagge, si stanchi e si addormenti. Altrimenti, vi assicuro, è capace di sgolarsi per due ore senza sosta...

Bilancio. Portare un gatto in campeggio, specie se cucciolo o molto irrequieto, non è uno scherzetto. Io però non avevo scelta: non potevo proprio lasciarlo a casa, non c’era nessuno disposto a portargli da mangiare e pulire la sabbia tutti i giorni e comunque non me la sarei sentita con un animale così piccolo. È stato un po’ stressante, soprattutto dover cercare un veterinario per il richiamo della trivalente, oltre che per le attese negli ordini dei prodotti in farmacia; non sono mai stata davvero completamente rilassata perché il guinzaglio, oltre che a proteggere Tarty, serviva anche a metterla in pericolo impedendole i normali movimenti. Dovevo continuamente controllare che andasse tutto bene e precipitarmi al più piccolo miagolio, nonostante la collaborazione (preziosa) dei miei familiari. Certamente il doverle somministrare una dieta quasi vegetariana è stato un fattore di ulteriore difficoltà: mille piccoli pasti al giorno, da preparare al momento e molto variati per evitare che presto si stufasse del sapore degli alimenti.
Tuttavia siamo stati tutti ripagati: vedere Tarty crescere e comportarsi da gatto (arrampicandosi sugli alberi, dando la caccia a tutto ciò che si muovesse, rizzando il pelo alle diverse minacce, vere o presunte) è stato molto bello. Giocare con lei per molto tempo mi ha distratta impedendomi la noia, le sue coccole mi hanno tenuto compagnia e i sonnellini mi hanno rilassata e intenerita… Il modo in cui questa gattina sa godersi la vita è commovente e rappresenta quasi una lezione per me. Quando l’ho portata qui non sapevo bene cosa aspettarmi, ma fortunatamente abbiamo saputo affrontare le difficoltà volta per volta. Non è stato affatto tragico o complicato come credevo, però magari sono solo stata fortunata! In ogni caso, vi invito a non rinunciare in partenza alle vacanze con il vostro gatto… un pizzico di organizzazione può bastare per appianare tutti i problemi.


Questi sono stati i commenti al post:
At 28 agosto, 2006 17:45, pleiadi said…

Un bacio a tartina :D

At 28 agosto, 2006 18:30, Vera said…

Mami, non dirmi che l'hai letto tutto perchè non ci credo! :D

At 30 agosto, 2006 13:50, kham said…

bellissimo resoconto :)
bacione

At 30 agosto, 2006 13:58, Vera said…

Ho solo scordato di dire che la cucciola si è davvero divertita un mondo. Un motivo in più per portare anche lei in vacanza!

Che bello, kham, ricevere tue visite. :)

At 31 agosto, 2006 15:08, kham said…

smacchete!!

At 02 settembre, 2006 18:25, Vera said…

Smackkkk!

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